Noi non siamo liberi. E il cielo può cadere sulla nostra testa.
È evidente ora da troppi indizi che tutto ciò che ci faceva vivere non regge più. E io ‘ci’ invito a reagire.
C’è un rischio, indubbiamente, ma ritengo che nelle circostanze attuali valga la pena di correrlo, invece di continuare a gemere sul marasma, e sulla noia, l’inerzia e la stupidità di ogni cosa.
Si tratta di sapere cosa vogliamo. Se tendiamo alla guerra, alla peste, alla carestia, al massacro, non occorre nemmeno parlarne, è sufficiente continuare senza cambiare strada.
O riusciremo a tornare con mezzi moderni e attuali a quel concetto superiore di poesia, che è alla base dei Miti raccontati dai grandi tragici antichi e che accrescono il valore della vita, o non ci resterà altro che lasciarci andare senza indugi e senza reazioni, riconoscendo di essere ormai definitivamente destinati al disordine, alla carestia, al sangue, alla guerra e alle epidemie. (Antonin Artaud)
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Antonin Artaud, CC0, via Wikimedia Commons
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